Olga Peshko

in cerca dell'armonia (© Olga Peshko)

In cerca dell’armonia (© Olga Peshko)

 

In cerca dell’armonia

“Armonia”, secondo il dizionario della lingua italiana: combinazione simultanea di più suoni, proporzione tra le parti, concordia, consonanza di sentimenti e idee. In cerca dell’armonia è tutto questo in una sola immagine.

Primo premio al concorso internazionale “Arte&Sport” indetto dal CIO in occasione della scorsa edizione dei Giochi Olimpici, l’opera – un gioiello d’impostazione concettuale realizzato dall’artista bielorussa Olga Peshko, esposto nelle settimane olimpiche all’interno della Guildhall Gallery di Londra – s’ispira alle Olimpiadi del mondo classico, durante le quali lo spettacolo sportivo era accompagnato da gare di poesia e di letteratura, di musica e di danza.

inno (© Olga Peshko)

Inno (© Olga Peshko)

 

«Ho voluto rappresentare l’incontro tra più forme d’arte» spiega l’autrice a Storie di Sport. Le partiture dell’Inno alla Gioia di Ludwig van Beethoven, che invita a valori cardine dello spirito olimpico quali lealtà e solidarietà, fanno da sfondo a una performance di pattinaggio artistico e di action painting: le orme dei piedi della pittrice sulla tela, stesa sulla superficie dura del pavimento, sono le tracce del suo lavoro, del suo cammino artistico. Allo stesso modo, i fogli inchiodati su un cartone da pacco simboleggiano la spontaneità dell’ispirazione e la possibilità di cambiare le parti della composizione, come un musicista fa con le note, un danzatore con elementi plastici, un atleta con i suoi movimenti. Perché ideale e ricerca dell’ideale coincidono. Anzi, «niente è ideale» afferma Olga «ma tutto è perfettibile. Così è nell’arte come nello sport».

Nata nel 1981 a Bobruisk – una cittadina della Bielorussia centrale lungo il fiume Berezina, a due ore e mezzo da Minsk – Olga frequenta il corso di scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma, dove si è trasferita nel 2007 «rapita dal patrimonio artistico italiano».

Olga Peshko con Giorgio Napolitano

Olga Peshko con Giorgio Napolitano

 

Trenta minuti di corsa al giorno non fanno di lei un’agonista, eppure lo sport le è entrato nelle vene, da quando è diventato uno dei topoi della sua arte. «Nell’attività sportiva si esprime la plasticità del corpo umano, il suo dinamismo» sostiene «e questo è un ottimo spunto per un artista. Inoltre lo sport può diventare anche la lente da cui osservare culture e civiltà diverse».

In Polo, per esempio, Olga mette in scena un torneo con giocatori in sella a cavalli e cammelli. In Calcetto rappresenta donne in burqa impegnate in una partita di calcio. «Un’immagine surreale» chiarisce l’artista «ma che rispecchia la vitalità delle donne musulmane, la contrapposizione tra desideri e possibilità».

L’eco della Grecia classica torna invece in Passi della Vittoria, in cui la Nike alata, simbolo della prima Olimpiade, sale uno per uno i gradini di una scala che indica la strada dell’atleta. Dalla cima si può cadere a precipizio, «ma» avverte Olga «le ali trasformano la caduta in volo».

Nike (© Olga Peshko)

Passi della Vittoria (© Olga Peshko)

 

I bozzetti sportivi della pittrice bielorussa, reduce dal successo della personale allestita in gennaio presso il Centro culturale “Elsa Morante” di Roma,  convoglieranno nella sezione grafica dei lavori che saranno esposti presso il Centro culturale russo della capitale tra il 20 e il 30 giugno. Una mostra sul tema della bidimensionalità dell’immagine, che appare e scompare, confonde.

Intanto, la sperimentazione artistica di Olga non si ferma. «Sto lavorando a un’opera per un nuovo concorso» rivela «ma preferisco non parlarne prima che sia ultimata». Una confessione, però, riusciamo a strappargliela: «Si tratta di un mosaico e… sì, ancora una volta la mia musa sarà lo sport».

Graziana Urso
© Riproduzione Riservata

, No Comment

Leave a comment