Ellen O’Neal

Ellen O'Neal in azione (©Jim Goodrich)

Ellen O’Neal in azione (© Jim Goodrich)

 

L’icona dello skate

«Quando la luna entra nella settima casa e Giove si allinea con Marte allora la pace guiderà il pianeta..». Gli anni Sessanta hanno lanciato ponti spaziali e i Settanta si aprono al sole, con l’ottimismo di un domani migliore. Dall’accelerazione dei missili all’evoluzione dei costumi. I mitici Seventies debuttano però tra progressioni e lacerazioni, amore libero e malinconia.

Il punto di riferimento è sempre lo Stato dell’Oro, che prima prometteva pepite e ora promette sole, mare e ragazze in bikini.

I surfisti sono usciti dal naturale habitat che sono le onde e hanno conquistato a poco a poco la strada, mettendo le rotelle a tavole accorciate. Un po’ per continuare a mantenere l’equilibrio, un po’ perché muoversi su ruote è più veloce che non muoversi a piedi.

È nato così lo skateboard: manifatture e design home made, creato nei garage, modulato sull’evoluzione tecnica del gesto atletico e sempre all’inseguimento di nuovi materiali, dalle ruote in acciaio degli anni Cinquanta a quelle in argilla degli anni Sessanta a quella a uretano degli anni Settanta, che costituiscono una vera rivoluzione.

Con lo skateboard nascono nuovi luoghi per skateare.

E nasce uno sport: lo skateboarding.

Ellen O'Neil a Catalina nel 1978 (© Jim Goodrich)

Ellen O’Neal a Catalina nel 1978 (© Jim Goodrich)

 

Uno sport giovane, cool, una disciplina che è anche uno stile di vita, un viaggio perpetuo che sa di birilli sparsi per strada, impennate sui marciapiedi, discese a 96 km l’ora, competizioni notturne che assomigliano a feste attorno al fuoco, suoni di flipper e videogames.

Il brivido della velocità mescolato all’eccitazione della strada.

«La mia carriera comincia nelle risorse umane a San Diego nel 1988 e avanza velocemente nei campi di supervisione e management grazie alle capacità di reclutamento, fiuto per il business e talento nel costruire relazioni con clienti… Pochi sanno che sono stata introdotta nella Skateboard Hall of Fame, in quanto in passato sono stata Campionessa del Mondo di Skateboarding e ho mantenuto il titolo nel Freestyle concorrendo negli anni Settanta in Stati Uniti, Europa e Giappone».

Ellen O’Neal continua oggi a lavorare nelle risorse umane, ma la passione degli sport outdoor emerge anche dal suo profilo professionale. È l’immagine di quegli anni Settanta dorati: la ragazza copertina che con protezioni e casco volteggia con due skateboard per il suo daffy spin, la sua specialità, una manovra eseguita in rotazione impennando il nose (la parte davanti) di una tavola con il piede anteriore e il tail (la parte dietro) dell’altro con il piede posteriore, capelli al vento arsi dal sole, sorriso in volto e pantaloncini shorts accuratamente scelti.

Le regole della disciplina si stanno definendo in questi anni. Ellen, nata e cresciuta nella californiana San Diego, si ritrova a gareggiare dall’età di 15 anni, e diviene presto una delle “Fab Four” dello skateboard femminile assieme a Robin Logan, Laura Thornhill ed Ellen Berryman. Rivali, ma anche amiche. Tra gli uomini si distinguono Tony Alva, Jay Adams, Alan Ollie Gelfand e Tom Inouye “Wally”. Wes Humpston comincia a mettere in vendita la prima linea di tavole con grafica, sotto l’etichetta di DogTown. Gelfand inventa nel 1976 l’aerial senza mani, la manovra che consiste nel sollevare lo skate facendo leva sul tail della tavola e atterrare con il nose che porterà il suo nome: ollie. Da questa figura ne deriveranno molte altre.

Destra, regular, sponsor delle nascenti competizioni come la California Free Former World Professional Skateboard Championships che si tiene per la prima volta a Long Beach nel 1976, Ellen contribuisce alla conoscenza e allo sviluppo di questa disciplina divenuta a tutti gli effetti uno sport differenziato nelle variegate specialità: discesa libera, freestyle, skate verticale, slalom…

Il daffy e l'heelie di Ellen (© Jim Goodrich)

Il daffy e l’heelie di Ellen (© Jim Goodrich)

 

Nel 1976 in Florida apre il primo skatepark, la lunghezza delle tavole si allunga a nove pollici, prendono campo le pool, pareti curve dentro cui scivolare tra evoluzioni acrobatiche.

All’affermazione delle varie discipline si affianca l’interesse degli sponsor che garantiscono lauti premi in denaro.

La prima gara freestyle per Ellen è una competizione organizzata dal San Diego Tribune allo stadio della città: è l’unica ragazza tra sessanta partecipanti. Ha 16 anni e possiede una tavola solo da un anno. È il 1975 e tra i giudici c’è il pioniere dello skateboard Chris Yandall che le consiglia di entrare nel team Gordon & Smith, in cui resta fino al 1980, alternando i primi posti sui podi con Laura Thornhill ed Ellen Berryman. Il primo assegno firmato da Larry Gordon porta la cifra di $17.

L'atleta durante due competizioni

L’atleta durante due competizioni

 

Nelle sue interviste, la O’Neal ricorda che le gare erano molto coreografate, basate su un allenamento tecnico sfinente, qualcosa che le ricorda gli allenamenti del pattinaggio su ghiaccio, con anche la musica.

Tra hellie, ten hose manual e daffy, giravolte, verticali in movimento e spin, Ellen approda anche al cinema e in televisione. Nel 1978 partecipa al film “Skateboard” con Leif Garrett e Tony Alva. E nel novembre dello stesso anno va in onda una puntata di Wonder Woman dove la supereroina sgomina una banda di furfanti grazie a una giovane skater: Ellen interpreta un cameo. Con la supereroina d’America che sfreccia tra le auto sulla tavola, lo skateboard non è più un passatempo per teppisti di Venice Beach, ma uno sport per signore.

Ellen con il cast di Wonder Woman "Skateboard Whiz"

Ellen con il cast di Wonder Woman “Skateboard Whiz”

 

Con gli studi la O’Neal sceglie una pista diversa e abbandona il mondo che ha contribuito a creare.

Lo skateboard conquista tutti i paesi, contagia nella moda anche i non-skater, approda anche in Italia, dove numerose città, tra cui, primissima, Genova, per ragioni di ordine pubblico ne proibiscono l’utilizzo. Tutt’oggi la polemica accompagna lo street-skating cittadino, in quanto scalinate e monumenti sono spesso poco idonei alle evoluzioni sulla tavola e l’incolumità dei passanti è a rischio.

Attualmente lo skateboarding è una disciplina sportiva riconosciuta in Italia dal C.O.N.I. e affiliata alla Federazione Hockey e Pattinaggio che vanta atleti conosciuti a livello internazionale.

Tra periodi di crisi e rinascita, la disciplina è più viva che mai, e il panorama femminile è aumentato talmente tanto che la Federazione Internazionale ha creato competizioni ad hoc.

La O'Neal nel 2008 al premio Mighty Mama Skate-O-Rama

La O’Neal nel 2008 al premio Mighty Mama Skate-O-Rama

 

Il pensiero corre alla sua madrina, ai tricks californiani rielaborati con precisione, tecnica, leggiadria, grazie, stile e compostezza che hanno portato Ellen O’Neal a essere una vera e propria icona, tanto da essere celebrata nel maggio 2014 nello Skateboard Hall of Fame.

A chi le chiede cosa consiglia alle ragazze che oggi vogliono fare skateboarding risponde: «Non lasciate mai che qualcuno vi dica che non lo potete fare. Divertitevi. E non prendetevi mai troppo sul serio».

Melania Sebastiani
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