Cinema, mafia e… bodybuilding

Arnold Schwarzenegger

Arnold Schwarzenegger

 

Uomini d’acciaio

Promettono gloria a costo zero o quasi. La fabbrica dei sogni e quella dei soldi. In mezzo, montagne di muscoli costruiti in palestra. È nel tempio del culturismo, la Gold’s Gym di Los Angeles, che negli anni Settanta s’incrociano le strade di cinema e mafia. L’affare si chiama bodybuilding ed è l’occasione che le cosche italo-americane aspettavano per sfondare in due mercati: quello già battuto della cinematografia underground, attraverso la produzione di film pornografici interpretati da bodybuilder, e quello del doping, evoluzione post-moderna del mercato della droga. L’uno alimentatore dell’altro.

Bob Birdsong, Mr. Universo

Bob Birdsong, Mr. Universo

 

Ma procediamo con ordine. Il culturismo arriva in America nel decennio in cui esplode il football, e diventa ben presto un’ossessione nazionale. Sono gli anni di Mr. Universo Bob Birdsong e del sette volte Mr. Olympia Arnold Schwarzenegger, che si allenano proprio presso la Gold’s Gym di Venice Beach, la prima palestra al mondo per bodybuilder. In un ambiente in cui si persegue la perfezione fisica – reinterpretando in chiave muscolare il motto olimpico “più veloce, più alto, più forte” – l’assunzione di steroidi è la regola. Le sostanze anabolizzanti, non ancora illegali, finiscono in breve tempo sotto il controllo della mafia, precisamente nel mirino di due clan newyorkesi, i Colombo e i Gambino, i più lesti a capitalizzare il traffico del doping.

Quando nel 1977 esce Uomo d’acciaio, il documentario sul culturismo che lancia nel firmamento cinematografico Schwarzenegger, Cosa Nostra può sfregarsi le mani: il bodybuilder diventa il prototipo dell’uomo vincente, l’eroe del 2000. E se non bastasse la propaganda del cinema mainstream, ecco l’idea geniale: legare il culturismo alla pornografia, producendo film che abbiamo come protagonisti attori bodybuilder.

D’altronde, il cinema a luci rosse non è una novità per la mafia italo-americana: la Plymouth Distributing (poi Arrow Video), che nel 1972 aveva lanciato il porno Gola Profonda, apparteneva a Lou Peraino, figlio di Anthony e nipote di Joe, entrambi membri della famiglia Colombo. Anche i fratelli Jim e Artie Mitchell, autori dell’altro successo hard dell’epoca, Dietro la porta verde, in cui recita in un ruolo non pornografico anche la star del football Ben Davidson, devono dividere l’incasso della pellicola con le cosche californiane. A recitare in film a luci rosse saranno più tardi lo stesso Birdsong e Ken Sprague, in arte Dakota, proprietario per un breve periodo della Gold’s Gym, insieme ad altri campioni bodybuilder.

Negli anni Ottanta, con film quali Conan il Barbaro, Terminator e Rambo, il cinema continua a coltivare il mito del culturismo, ma le cronache rilevano le prime crepe del sistema. Nell’ ’88 i problemi cardiaci dell’ex stella del football Steve Courson, nel ’92 la morte per cancro del collega Lyle Alzado, nel ’94 il processo al presidente della Federazione Mondiale Wrestling Vince McMahon squarciano il velo sulle conseguenze dell’assunzione di steroidi.

Intanto, la mafia italo-americana viene scalzata da quella russa, che con il collasso del regime sovietico le subentra nella gestione del mercato internazionale del doping, prima di essere a sua volta insidiata dall’avvento di nuove organizzazioni criminali. È dai russi che Ralph Dolls, un ufficiale della polizia newyorkese sposato con la sorella di un membro del clan Colombo, acquista steroidi da rivendere ai suoi colleghi. Un torbido intreccio tra mafie e forze dell’ordine che esplode a New York il 9 agosto 1997, con la violenza perpetrata ai danni dell’haitiano Abner Louima, sodomizzato da un agente accusato di aver agito sotto l’effetto di anabolizzanti. Diciassette giorni dopo, lo stesso Dolls verrà freddato da due sicari sulle strade di Brighton Beach, su mandato della mafia russa, che di fronte alle indagini sulla diffusione di steroidi tra i poliziotti del distretto newyorkese teme possa rivelare i suoi traffici.

Da anni in America la legge vieta l’uso di sostanze anabolizzanti, ma l’ipocrisia della società statunitense su un fenomeno così pervasivo è ancora molto forte. A denunciarla è stato nel 2008 il regista Chris Bell, che nel documentario Bigger, Stronger, Faster, partendo dall’esperienza dei suoi due fratelli cresciuti nel mito di Schwartzenegger, ha esaminato la penetrazione degli steroidi in ambienti insospettabili. Oggi gli anabolizzanti sono usciti dalle palestre per diventare la nuova droga di manager, militari in missione ma anche uomini e donne comuni, che li utilizzano a mo’ di cura estetica, quasi vent’anni di verità sui loro effetti collaterali non fossero mai passati. Più testosterone, più forza, più potere.

Doveva pensarla così anche Sammy Gravano, affiliato della famiglia Gambino e braccio destro del boss John Gotti, quando da ragazzo, per superare il complesso della bassa statura, s’imbottì di anabolizzanti diventando per tutti The bull, Il toro. Venne fermato a Phoenix dalla polizia nel 2000, mentre conduceva un’operazione per la consegna di steroidi a trafficanti israeliani.

Con il suo arresto tramontò definitivamente la stagione del dominio italo-americano nel mercato degli anabolizzanti, non il sogno di grandezza che Cosa Nostra aveva saputo cavalcare attraverso tutti i mezzi a sua disposizione, e che oggi trova nella mafia asiatica una nuova regia e nei suoi clienti le pedine più o meno inconsapevoli di un inquietante remake.

Graziana Urso
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