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Henri Leconte
Storie di Sport si occupa questa volta di Henri Leconte, un genio della racchetta che non portò mai a compimento definitivo il suo smisurato talento. Concepì sempre il tennis come arte, la racchetta fu per lui come un pennello o un violino...
di Lucio Iaccarino
continua→Stefan Edberg e Boris Becker
Stefan era un giocatore classico, elegante, propenso alla rete e alle giocate di tocco. Boris era estroverso, esprimeva rabbia e felicità, rompeva le racchette o si esibiva in impossibili volée vincenti in tuffo. Edberg e Becker, due grandi tennisti, l'uno opposto dell'altro, di nuovo contro. Stavolta in panchina...
di Florio Panaiotti
continua→Björn Borg
Il più bel tie-break della storia
Il pomeriggio del 6 luglio 1980, a Wimbledon, Björn Borg ebbe ragione di John McEnroe alla fine del tie-break considerato il più emozionante della storia del tennis. Una vittoria sofferta che aprì più di una breccia nel senso di sicurezza del grande campione svedese. Da quel giorno, le emozioni che il "robot di ghiaccio" scandinavo riuscì per anni a tenere mascherate, presero gradualmente il controllo della sua vita...
di Florio Panaiotti
continua→Yannick Noah
Il profeta del tennis fantasia
Tennista fenomenale, cantante acclamato, psicologo sportivo, figlio e padre di atleti importanti. Storia di un campione indiscusso che ha saputo coniugare genialità, versatilità e anticonformismo con una professionalità e un’educazione sportiva assolutamente inimitabili...
di Mattia Pintus
continua→La Coppa Davis 1976
La maglietta rossa di Adriano Panatta
“Paolo, oggi ci mettiamo le magliette rosse”. Adriano Panatta ha deciso: per il doppio decisivo della finale di Coppa Davis vuole giocare con la maglia scarlatta. Non vuole né la verde né la blu, con cui ha vinto al Foro Italico in finale su Guillermo Vilas e al Roland Garros su Harold Solomon dopo aver battuto Björn Borg ai quarti...
di Alessandro Mastroluca
continua→Wimbledon 1975
Il 5 luglio 1975 non può che essere un sabato. Del resto da che mondo è mondo, nel Regno Unito si fa poco o nulla di domenica. Non si pratica lo sport, per esempio. Di nessun tipo. Niente football, né rugby o corse di cavalli. Nemmeno il Torneo di Wimbledon, un’istituzione sacra quasi quanto la Regina o il tè delle cinque, sfugge a una tradizione che sarà violata solo con l’avvento dei grandi network televisivi...
di Marco Della Croce
continua→
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