Ian Lougher
Un sorriso per un addio
Dal 14 al 16 novembre 2013 si è svolto il 47° Gran Premio di Macao, una corsa automobilistica e motociclistica tra le più importanti al mondo. La gara si svolge su un circuito urbano considerato molto difficile e pericoloso. Questa edizione è stata anche l’ultima competizione ufficiale a cui ha partecipato il pilota gallese Ian Lougher prima del suo ritiro.
Ian Lougher (Cardiff, 10 luglio 1963) è stato uno dei più bravi e popolari motociclisti europei. Le sue nove vittorie alla North West 200, le dieci al Tourist Trophy e le trentadue alla Southern 100 Races rappresentano un palmarès che lo colloca tra i piloti più importanti della storia di questo tipo di competizioni.
Mario Donnini, prestigiosa penna di Autosprint, gli ha dedicato un commosso omaggio che di seguito riportiamo.
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Ho seguito in silenzio la gara e tutto il week-end cinese, perché dei trenta al via mi interessava solo di uno: Ian Lougher.
Per il gallese doveva essere l’ultima corsa della sua carriera, a 51 anni dopo trentatré stagioni sui tracciati più pericolosi del pianeta, con trionfi ovunque, di cui dieci al Tourist Trophy , e non ero contento per niente. Perché Macao è un posto bastardo, spietato e assassino, il luogo peggiore per dire addio alle corse, perché un attimo prima può dirti addio lui.
Un mese fa ho visto Ian in Italia e quando m’ha rivelato che avrebbe chiuso gareggiando su invito proprio a Macao gli ho detto, come una zia, «Sì ma va piano, tanto ormai…». E lui, sorridendo senza voler sorridere: «No, andrò come so andare e andrà come andrà».
Beh, è andata bene. Sedicesimo alla fine su trenta al via, con una moto non competitiva. Anzi, è andata alla grande.
Non vedrò mai più Ian sfrecciare in una corsa per moto moderne e la cosa mi dà sollievo, sono semplicemente contento sia finita così. Con lui vivo e sano.
Perché è un amico oltre che un campione, un uomo intelligente, un centauro ricco di classe e stile, una persona calda ed educata, un piacevolissimo story-teller a cena e soprattutto un formidabile analista di situazioni: un razionale sezionatore di problemi che, illustrato ogni volta il suo punto di vista asettico, ti lascia con un retrogusto a metà tra il romantico e il fatalista.
Non credo sia esattamente un intellettuale, e meglio così, ma, al di là dell’affetto e del piacere di tanti pomeriggi insieme, mi ha dato più lezioni di un professore al liceo e questo sposta, penso. Molto.
A giugno ha disputato l’ultimo Tourist Trophy all’Isola di Man e trovandomi lì ero curioso di vederlo al giro finale al salto di Rhencullen 2, con la sua Kawa. Niente, ha volato: una penna sontuosa con la ruota anteriore a graffiare il cielo come mai, niente a che vedere con la composta malinconia dell’attimo d’un’importante parentesi che si chiude. Come poi mi ha detto, «Just to finish a big part of my life with a smile even bigger». Era solo l’inizio di un lungo addio.
Ecco, sono certo che in queste ore a Macao questa lieve magia esistenziale si è ripetuta. Just a very last big smile to say hallo in the righ way. Un’altra gran bella lezione, direi.
Thanx 4 all. Grazie di tutto, Ian Lougher.
Mario Donnini
© Riproduzione Riservata
Mario Donnini è uno dei giornalisti di punta di Autosprint, oltre a essere anche un prolifico scrittore e saggista. Al suo attivo ha diversi volumi con argomento il mondo dei motori, tra cui:
- Giacomo Agostini Immagini di una vita (Nada)
- Le Mans. 24 ore di corsa. 90 anni di storia (Nada)
- Joey Dunlop. Il re del Tourist Trophy. La leggenda e l’uomo (CHW Edizioni)
- Nuvolari. Il rombo del cigno (Nada)
- Tourist Trophy. Muori o vivi davvero (Nada)
- Formula 1. Dal 1950 ad oggi (Nada)
- Tourist Trophy. La Corsa Proibita (Nada)
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