Leonardo Fioravanti

ritratto quicksilver Leo Fioravanti

Un bel ritratto di Leonardo Fioravanti per Quicksilver

 

Il successo di onda in onda

Italia pasta-pizza-mandolino, terra del bel canto e delle belle curve; Italia dei bamboccioni, intenti a giocare con la playstation sul divano di “mammà”; Italia di storiche onde di mare, luogo naturale di pescatori, viaggiatori, mercanti; Italia culla di civiltà; Italia patria di surfisti – nonché sede, a Levanto nel 2011, dei Mondiali di longboard, per la prima volta disputati nel Mediterraneo – .

Davanti alla tavola (quella da surf) gli stereotipi sulla penisola cadono e vengono travolti dall’allegra e fiera cavalcata di Leonardo Fioravanti, romano, classe 1997, in acqua dal 2003. A sedici anni non ancora compiuti, un I-phone con la stessa suoneria di quando è stato acceso, Leonardo vanta un passaporto pieno di timbri e un curriculum pieno di podi. Rincorre il vento da Cerveteri alle Hawaii.

A giugno 2013 in Nicaragua Leonardo ha conquistato l’argento nella finale dei mondiali juniores di Surf all’ISA World Junior Surfing Championship, eliminando hawaiani, australiani e statunitensi e arrivando in finale con un punteggio di 14.73, con un distacco di soli 17 decimi dall’australiano Jacob Wilcox. Quasi una beffa; un risultato comunque storico per l’Italia. In Australia a Bells Beach a marzo Fioravanti ha vinto la medaglia d’oro al Rip Curl International Grom Search, il contest più importante riservato ai surfisti minorenni di tutto il mondo, mai nella storia vinto da un italiano. Nel 2012 spiccano il terzo posto al Quicksilver King of the Grom e il secondo posto ai campionati europei juniores, gli Eurojunior, dove ha ottenuto il miglior punteggio di sempre per l’Italia.

Ma come fa un baby romano a finire stretto in una muta, inseguendo l’onda perfetta per tutti i lidi coi capelli arsi di sole, se nella capitale non ci sono onde?

«E’ vero sono nato a Roma ma cresciuto a Cerveteri, vicino al mare. Ho iniziato a surfare con mio fratello più grande: è lui che mi ha trasmesso questa passione. Non è vero che non ci sono onde. In Italia soprattutto d’inverno si può surfare in molti posti: Sardegna, Toscana, Liguria… e il posto vicino a me: Banzai a Santa Marinella. Certo non si possono paragonare alle onde delle Hawaii, alte e consistenti, ma per iniziare va benissimo».

E per continuare, a chi t’ispiri?

«A Kelly Slater ovviamente, il più bravo di tutti i tempi». E il più longevo campione: con il suo ineguagliabile record di undici Campionati del Mondo vinti nell’arco di quattro lustri, Slater ha regnato più di Michael Jordan e Michael Schumacher. E nel frattempo ha collezionato flirt del calibro di Pamela Anderson, Gisele Bundchen, Cameron Diaz. Un punto di riferimento impegnativo ed “engagé”: Slater ha anche un forte interesse musicale e assieme a Quicksilver e alla sua onlus si batte per la salvaguardia dell’ambiente. Di lui si dice che conosca e rispetti talmente tanto il mare che gli avversari partono in svantaggio ancora prima di tuffarsi.

Ma il caschetto biondo italiano si erge ben saldo sulla strada per diventare il numero uno: ha compiuto 15 anni a dicembre e a Bells Beach è entrato nel Gotha del surf internazionale. Rispetto ai tuoi coetanei, Leonardo, come te la giostri con la scuola? La playstation? Le prime sbronze?

«Passo qualche mese dell’anno in Australia dove fino allo scorso anno ero in una scuola a Palm Beach sulla Gold Coast, poi quest’anno per non tralasciare la scuola italiana ho seguito un corso online con “Grandi Scuole” dove ho avuto una buona preparazione in tutte le materie e mi sono presentato agli esami a giugno per passare l’anno».

E l’hai passato?

«Sì, tutto ok (ih ih ih!). E comunque essendo iscritto al liceo linguistico è stato più facile poiché parlo perfettamente quattro lingue e inoltre sto perfezionando il portoghese. Per la Playstation invece non ho davvero tempo, e per le sbronze sono ancora troppo piccolo».

Sorride, Leonardo, con un sorriso smagliante, bianchissimo, da picaro mediterraneo. Irradia solarità, talvolta accenna un velo di timidezza.

Impegnatissimo e disponibilissimo, racconta la giornata-tipo di un surfista professionista adolescente, abituato sin da piccolo ad alzarsi prestissimo per scrutare il mare nell’attesa, a volte, di trenta secondi di onde, come ricorda nelle interviste parlando dei suoi esordi a Santa Marinella.

«Ora la sveglia è alle 6 del mattino, segue piccola colazione di latte e cereali, sguardo alle onde e… via in acqua! Due ore e mezza e poi seconda colazione… rientro in mare per altre due ore circa e pranzo, dopodiché un po’ di riposo e nuovamente in acqua. Durante le gare se sono con il team Quiksilver ci sono i miei amici di team Kanoa e Mikey , alle Hawaii e in Australia normalmente stiamo nella stessa casa. La sera poco prima di cena studio online e faccio qualche compito scritto. Poi ninna distrutto! Ah dimenticavo: tutte le sere per 20 minuti prima di andare a dormire faccio stretching».

Da cosa percepisci l’essenza del tuo surf?

«Dal fatto che ho bisogno di surfare tutti i giorni».

Che effetto ti fa esser già entrato nella hall of fame con SuperGrom Championships?

«Sono felicissimo di aver vinto ma allo stesso tempo sono consapevole di dover fare molto di più. Devo allenarmi costantemente e continuare a fare gare in giro per il mondo cosicché possa confrontarmi con i miglior atleti».

Surf e moda. Che rapporto c’è?

«Il surf può essere una moda all’inizio ma poi si trasforma in passione e chi sale sulla tavola è difficile che ne scenda».

Come vedi la crescente popolarità del surf nella nostra penisola?

«In Italia la disciplina sta crescendo enormemente grazie alle scuole di surf aperte tutto l’anno. E grazie anche ai giornali che ora ne parlano di più; certo non è come il calcio ma possiamo fare di meglio. Di certo la popolarità del surf nel Belpaese è molto positiva: prima di tutto toglie i ragazzi dalla strada e dalla playstation e poi aiuta i giovani a viaggiare di più, fuori e dentro i confini dell’Italia stessa, tra le spiagge del nord e del sud. E una cosa è certa: aiuta a vivere di più il mare!».

Allora cosa manca agli italiani per salire sulla tavola?

«Proprio nulla! Io sono italiano! Possiamo comprare delle tavole eccezionali e su misura, mute e via in acqua anche se non tutti i giorni ci sono le onde. Il surf non è uno sport costoso, se si fa a livello amatoriale. Poi se si riesce ad avere qualche vacanza in posti dove ci sono le onde  è ancora meglio. D’altronde tutti vanno in vacanza, invece di andare ad Ibiza a fare nottate ci si può organizzare per una vacanza sull’oceano: a Hossegor per esempio, o a Santander in Spagna oppure nelle isole Canarie o nelle Azzorre».

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Fioravanti dentro l’onda © Samo Vidic/Red Bull Content Pool

 

In tutte queste alzatacce e questi lidi, la tua famiglia è d’ostacolo o di sostegno?

«È il supporter number one ovvio! Senza l’appoggio dei miei genitori e senza l’aiuto di mio fratello non avrei avuto la possibilità di seguire il mio sogno e studiare nello stesso tempo. È stato mio fratello Matteo a spingermi sulle onde grandi e non aver paura. Mi ha anche insegnato a rispettare sempre il mare e ancora oggi, anche quando non è con me, se ho problemi nello studio mi aiuta tramite Skype».

Abbiamo capito che vivi tra le onde, ma c’è un luogo sulla terraferma che chiami “casa”?

«In questo momento sento più vicina la costa atlantica della Francia, forse perché ho la mia “vespa”, ho la mia camera,.. ma ho imparato che se vuoi stare bene devi sentirti a casa ovunque tu sia. Quando sono in Australia mi sento a casa, così alle Hawaii e dovunque sia sono pieno di amici».

Quali sono le difficoltà più grandi che hai dovuto e devi tuttora superare per inseguire l’onda perfetta (in qualsiasi parte del globo essa sia)?

«Non credo si possa parlare di difficoltà quando giri il mondo e fai nuove esperienze, intrecciando sempre nuove amicizie. Forse l’unica è… l’incontro con gli squali in acqua!».

Beh, una difficoltà non da poco, anzi… mortale! Qual è il tuo prossimo obiettivo?

«A quindici anni hai tanti obiettivi, non uno solo».

E da grande, cosa vuoi essere?

«Surfista professionista con la qualifica al WCT cioè il circuito mondiale del surf».

Altro che bamboccioni e mandolini. C’è un’Italia che cavalca correnti di successi e belle speranze. Un’Italia giovane che sfida il vento. E vince. Una Bella Italia che riparte dal mare: la Dolce Vita, insegna Leonardo in equilibrio su una tavola, è salata.

Melania Sebastiani
© Riproduzione Riservata

(Intervista raccolta nel mese di luglio 2013)

 

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