Ilaria Bonin

Ilaria Bonin

Ilaria Bonin

 

Un’atleta mozzafiato

È una donna di muti primati, Ilaria. Di record silenziosi e lunghi respiri: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette… undici, dodici, tredici… sessanta, sessantuno, sessantadue… cento, centouno.. centosettantotto secondi per centosessantatré metri nell’ultimo record del mondo nella dinamica senza pinne. A Lignano Sabbiadoro, Ilaria Bonin ha scalzato lo scorso novembre il primato della pluricampionessa d’apnea Nataljia Molčanova, trentaquattro record mondiali, quattordici medaglie d’oro individuali e due medaglie d’oro a squadre.

Per Ilaria, è l’ultima vittoria di un lungo palmarès: classe 1984, di Busto Arsizio, partecipa alla prima gara da apneista nel 2009 e l’anno seguente sigla il record italiano nella specialità dinamica senza attrezzi. Dal luglio 2011 fa parte della Nazionale italiana di apnea con la quale partecipa ai Mondiali nel 2011 e agli Europei nel 2012. Campionessa italiana e detentrice di tutti i record nazionali di specialità, campionessa mondiale 2011, campionessa europea 2012, ha messo a segno sei record del mondo nelle specialità Dynamic, Dynamic No Fins e Jump Blue. È l’unica atleta ad aver vinto quattro titoli (due mondiali e due europei) consecutivamente in due anni, siglandoli con tre record mondiali.

in allenamento per l'apnea dinamica (© Juanmi Alemany)

in allenamento per l’apnea dinamica (© Juanmi Alemany)

 

«L’acqua ha sempre fatto parte di me, i miei genitori mi hanno portata al mare sin da piccolissima e ho iniziato a frequentare la piscina dai tre anni. A nove ho iniziato a giocare a pallanuoto e non sono più riuscita a smettere fino al 2007. Poi è scattata la passione per l’apnea: sono nata a Busto, città del grande Umberto Pelizzari, e da sempre ho saputo delle sue grandi imprese. L’idea di avvicinarmi in prima persona alla disciplina è arrivata nel 2007 quando ho smesso di giocare a pallanuoto. Ho iniziato a frequentare un corso di Apnea Academy, la scuola fondata da Umberto, e mi è subito piaciuto! Da lì poi ho frequentato tutti e tre i livelli allievo e infine sono diventata istruttrice nel 2010».

Hai mai avuto paura sott’acqua?
«Prima di fare corsi di apnea, sì. La vera ragione per cui ho iniziato ad avvicinarmi a questo sport è proprio questa: in piscina non avevo problemi, ma al mare non riuscivo a tuffarmi dove non vedevo il fondo e senza maschera od occhialini».

L’apnea è uno sport sicuro?
«Assolutamente sì, basta seguire due regole semplicissime: andare in acqua sempre con un compagno e ascoltare il proprio corpo. L’apnea fa parte di noi, del nostro sviluppo: basta pensare che un neonato immerso in acqua fa apnea in modo istintivo! Con il passare degli anni siamo noi a dover controllare questo istinto e legarlo sempre più a delle sensazioni fisiche e mentali che ci permetteranno di immergerci sempre in modo sicuro e divertente».

Ilaria Bonin con Mike Marić

Ilaria Bonin con Mike Marić

 

Quando sei sotto, cosa fa la tua testa?
«Durante le mie gare la testa segue un percorso stabilito e allenato più volte grazie all’aiuto del mio mental trainer Alessandro (Vergendo, ndr). Grazie a lui preparo la gara in ogni piccolo gesto, secondo, emozione. Quando sono sotto conto, mi ascolto, sento il mio corpo, sento l’acqua su di me, sento la mia voce e quella del mio allenatore Mike Marić che mi parla, in un ritmo e alternanza provato e definito. A volte canto, danzo, mi muovo a un ritmo che ho solo io nella mia testa e nel mio corpo. Questo perché tutti i mesi di preparazione fisica e mentale che hanno preceduto la gara mi permettono di vivere quel momento in assoluta serenità e tranquillità fisica ed emotiva: la gara è come il compito in classe dopo mesi di studio. E io arrivo sempre preparata».

Senza scomodare Einstein o Bergson, quanto dura a tuo avviso un secondo sott’acqua?
«Dipende, può durare un centesimo e diventare lungo come un minuto. Dipende se sono in gara o in allenamento, dipende quanto sono concentrata e quanto sto bene. Nel 90% dei casi un secondo dura un centesimo, raramente può sembrare molto lungo».

Sei d’accordo con l’espressione italiana che dice che “le cose belle tolgono il fiato”?
«Sì, e ne ho una prova: quando io sono sott’acqua anche il mio allenatore che è fuori a guardarmi trattiene il fiato con me!».

Ilaria prova un momento il Jump Blue (© Fabio Amerio)

Ilaria prova il Jump Blue (© Fabio Amerio)

 

Qual è la tua giornata tipo in periodo di gara?
«Il mio buongiorno sono gli esercizi di respirazione: quaranta-quarantacinque minuti di elasticità, espansione della gabbia toracica e controllo della lunghezza del respiro. Dopo la pausa colazione è il momento degli esercizi mentali: imparare a rilassarsi, sentire il corpo, concentrazione, immaginare la competizione, vederla da diversi punti di vista richiedono molto esercizio e dedizione. Alle 13 scatta la palestra: Luca Marazzina mi aspetta per la seduta muscolare, sotto la sua guida e la sua fantasia è difficile annoiarsi e… riprendere fiato! Nel pomeriggio tre volte a settimana una seduta tecnica in piscina, poi un secondo momento di esercizi di respirazione con il mio allenatore Mike e infine in piscina per l’allenamento finale».

Hai un rituale personale, un gesto di buon augurio pre-competitivo?
«Per il giorno della gara no, per i momenti precedenti si. Non si tratta di un rituale, ma degli step fondamentali di rilassamento e attivazione, sia fisica che mentale, i quali mi portano ad affrontare la gara in modo rilassato ed emotivamente neutro».

Quale specialità dell’apnea preferisci e quale ti risulta più difficile?
«Senza dubbio amo muovermi sott’acqua, l’apnea dinamica è quella che per ora mi ha regalato le maggiori soddisfazioni, mentre, nonostante abbia ottenuto degli ottimi risultati, l’apnea statica (cioè dove l’atleta resta fermo immerso in acqua per più tempo possibile) non ha mai avuto un grande fascino per me».

Hai collezionato tutti i primati. Il tuo record più bello? Ho letto anche di un “bacio mozzafiato” di tre minuti e otto secondi nella vasca oceanica di Gardaland, anche questo record mondiale come più lungo bacio sott’acqua.
«Il bacio per me è stato un gioco, i record veri sono altri… anche se trattenere il fiato in una vasca con tredici squali è stato decisamente allenante! Il primato più bello è senza dubbio il primo record di Jump Blue, una disciplina che si svolge in mare dove l’atleta s’immerge a 10 metri di profondità e inizia a girare intorno ad un quadrato delimitato da funi di quindici metri di lato, percorrendo la maggior distanza possibile. L’ho realizzato ai miei primi campionati mondiali a Tenerife nel settembre 2011. Questo primato ha per me un significato affettivo molto particolare: Mike Maric il mio allenatore, ha realizzato un record del mondo proprio in questa specialità nel 2004 e gli allenamenti fatti con lui in preparazione della mia gara sono stati svolti proprio sul campo su cui si è allenato lui. Lo vivo come un passaggio di testimone diretto da lui a me con onore e orgoglio».

Ilaria Bonin in azione (©Mike Marić)

Ilaria Bonin in azione (©Mike Marić)

 

Fuori dai grandi circuiti sportivi si riesce comunque a vivere di sport?
«No, purtroppo. L’apnea non è sport olimpico, per cui è preclusa la possibilità di entrare a far parte dei corpi militari. In questo periodo difficile poi, trovare sponsor è impossibile. Al momento tengo, con il mio allenatore, corsi di nuoto e apnea, per bambini e adulti. Collaboriamo con “Il Paguro” e la “Scuola subacquea Laudense”. Al momento l’unico vero sponsor sono mamma e papà».

Il tuo prossimo obiettivo?
«I mondiali individuali indoor a Belgrado, dal 20 al 30 giugno».

Melania Sebastiani
© Riproduzione Riservata

(Intervista raccolta nel maggio 2013)

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Comments To This Entry
  1. Belli da togliere il fiato questi record muti dove però gli sponsor rimangono mamma e papà!

    Roberta on May 25, 2013 Reply
    • Lo sport quando è sport puro, come nel caso di Ilaria, oltre che avvincere ed appassionare, riesce anche a commuovere. Torneremo spesso ad occuparci di questi umili, incredibili atleti che ingiustamente sono sconosciuti al grande pubblico! (La Redazione)

      admin on May 27, 2013
  2. Interessante. Itinerante.

    La lettura dell’articolo mi ha tolto il fiato: bello!

    Lavinia on May 27, 2013 Reply
  3. L’unione degli opposti, come un processo alchemico che trasmuta i limiti, le difficoltà, le paure, in un sorgente di forza e gioia! Una ricerca di armonia in un movimento fluido e giocoso, una ricerca degli insiemi!! La prima chakra (terra) che insieme alla settima (spirito) fluisconoi insieme, liberi, nell’acqua, nel liquido primordiale; l’unione perfetta del pensiero e azione, ragione e necessità, ma anche interno-esterno, dentro-fuori e perchè no materia e spirito. Brava Ila e grazie Maestro Mike; siamo orgogliosi di avervi non noi.

    tiina on May 29, 2013 Reply