Ottavio Missoni

Ottavio Missoni (© Reuters)

Ottavio Missoni (© Reuters)

 

Una radiosa cometa

Esule dalmata, velocista, prigioniero a El Alamein, grande inventore di aforismi, patriarca della moda: nelle parole del fraterno amico Gianni Brera «Ottavio Missoni è apparso nel cielo della nostra atletica come una radiosa cometa con la coda lunghissima. Nel 1937, a soli sedici anni sgominò di sorpresa americani e indigeni sui quattrocento metri all’Arena, il più antico degli stadi moderni. Era un fratellino di Apollo misteriosamente sfuggito al sontuoso harem di Giove. Correva l’armonioso agio di Mercurio, Dio dei mercanti e dei ladri».

Tanto entusiasta dei primi successi (è oro alle Universiadi del 1939) quanto impietoso per l’impresa olimpica, Brera scriverà ancora che «l’efebo dietro al quale sono corsi ammirati i Lombardi quel lontano pomeriggio all’Arena di Milano ha portato il proprio ectoplasma all’Olimpiade del 1948». Un fantasma che dal campo di prigionia rimette insieme muscoli e ossa e torna al campo di gara per correre. Arrivando nei quattrocento ostacoli ultimo, o, come specificava lui stesso, “sesto”. Comunque in finale.

un giovanissimo Missoni alle prese con gli ostacoli

un giovanissimo Missoni alle prese con gli ostacoli

 

Nato a Dubrovnik l’11 febbraio 1921 e cresciuto a Zadar (che allora si chiamavano Ragusa e Zara), il successo (sportivo, amoroso e modaiolo) di Ottavio comincia proprio ai Giochi di Londra del 1948, dove partecipa nei quattrocento ostacoli e nella staffetta 4×100 m, indossando la sua tuta di maglia, a costa inglese, ben scalata. “Sua” nel senso che l’aveva ideata lui: si chiamava Venjulia, come la piccola impresa di confezioni di maglia specializzata in forniture sportive messa in piedi con Giorgio Oberweger.

Sempre a Londra conosce Rosita Jelmini, i cui genitori sono titolari di una fabbrica di tessuti in provincia di Varese. È un amore che dura una vita, celebrato questo aprile 2013 con un disegno per le nozze di diamante. Insieme alla sua Rosita, Ottavio avvia un’attività prima a Gallarate poi a Sumirago, divenendo il “mago del colore” riconosciuto in tutto il mondo per le creazioni dai colorati ritagli di maglia geometrici. La carriera sportiva non si chiude con l’impresa di moda: Missoni, che pratica atletica dall’età di quattordici anni, dopo le due finali olimpiche partecipa agli Europei del 1950, portandosi dietro un record giovanile che reggerà per quarantatré anni.

Missoni durante la finale dei 400 hs (© Reuters)

Missoni durante la finale dei 400 hs (© Reuters)

 

Dai sedici ai trentadue anni veste la maglia azzurra ventitré volte e conquista otto titoli italiani nei quattrocento metri piani e nei quattrocento a ostacoli. Da appassionato, segue tutti gli sport: tifa Milan e si chiude in casa per i grandi eventi. Una ventina di anni fa, comincia a dedicarsi ai campionati master, al lancio del peso, vincendo diversi titoli mondiali nella categoria “over 85″. O, come preferiva dire lui, nella categoria “under 90”.

Ha spento le novanta candeline nella redazione della Gazzetta dello Sport, dove aveva ripercorso i suoi esordi sportivi: «Ci allenavamo tutti i giorni, ma il nostro allenamento era correre, saltare, nuotare, arrampicarci sugli alberi, insomma giocare e divertirci. Sarei stato un bravo decathleta».

Missoni ai Mondiali Masters nel 2007 (© Omega)

Missoni ai Mondiali Masters nel 2007 (© Omega)

 

Le sfumature del brand Missoni si sono incupite dalla scomparsa del primogenito di Ottavio, Vittorio, a gennaio 2013, per l’avaria di un aereo. Il destino pareva aver umiliato l’uomo sportivo nel fiore dei suoi anni con la guerra, vedendolo invece tornare più vivo e atleta di prima. Ma l’ultima battaglia, quella contro l’uomo padre, lo vede sfiorire in casa propria, il 9 maggio 2013, a novantadue anni, per uno scompenso cardiaco.

La lunghissima cometa ha terminato la sua corsa.

Melania Sebastiani
© Riproduzione Riservata

 

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Comments To This Entry
  1. …”quel” dolore che non ha potuto colorare :-(

    Roberta on May 10, 2013 Reply

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